Un programma alimentare che concilia l’etica e le abitudini orientali buddiste con la visione e le ricette della tradizione mediterranea
Da: Prevenzione Oggi n°222 Novembre 2014
“Mens sana in corpore sano” dicevano gli antichi e avevano perfettamente ragione: la salute del corpo e della mente sono strettamente correlate, ne sono la dimostrazione le malattie psicosomatiche che sono manifestazioni di un disagio psichico. La salute del corpo, si perde più facilmente e/o non si apprezza senza la salute della mente.
Emozioni negative e mancanza di serenità influiscono oltre che sul benessere anche sul rapporto con il cibo e sulla scelta degli alimenti. Recuperare l’equilibrio emotivo e quello alimentare è più facile, se avviene con un percorso graduale di cambiamento nello stile di vita e nell’atteggiamento mentale.
Il cibo che cura
Il cibo può essere cura e può anche aiutare a cambiare la mente e recuperare il benessere e l’armonia.
Secondo i principi della dietetica cinese, giapponese e indiana, per stare bene bisogna consumare alimenti con diversi tipi di energie che, nell’insieme, armonizzino l’energia vitale.
Per le filosofie orientali, la stessa Energia che scorre in ogni essere vivente, governa l’universo, questa forza vitale, in Giappone viene chiamata Ki, in Cina Chi o Qi e in India Prana. Anche per la medicina tibetana l’Energia è all’origine di tutte le cose e una dieta corretta è fondamentale per ripristinare l’equilibrio energetico perduto e allontanare le malattie.
La dietetica occidentale riconosce che gli alimenti forniscono energia indispensabile al corpo umano ma non riconosce al cibo proprietà metafisiche e non crede che gli alimenti possano agire sulle forze che costituiscono l’energia dell’universo. La dietetica occidentale si basa sull’evidenza delle prove scientifiche e si basa sulle proprietà nutrizionali degli alimenti ma in una cosa è fondamentalmente d’accordo con le medicine orientali: la dieta giusta è fondamentale per la prevenzione e la cura di moltissime malattie.
Cibo e religione
Il cibo è strettamente connesso con la religione. Gli alimenti rappresentano il mezzo di scambio tra l’uomo e l’ambiente e influenzano anche il cervello e il suo funzionamento, quindi, l’umore, il modo di vedere le cose e di interpretare la realtà.
Secondo il buddismo, il cibo puo’ cambiare e migliorare le persone e può influenzarne lo spirito e, anche se non si è buddisti o maniaci della cucina orientale, è possibile imparare dal buddismo le regole per mangiare meglio.
Buddismo e moderazione
Il buddismo è la filosofia della moderazione della via di mezzo o via media, un percorso di moderazione lontano dagli estremi di auto-indulgenza e auto-mortificazione che parla anche di retta sussistenza, un modo di vivere equilibrato evitando gli eccessi.
Un percorso di moderazione può essere anche un percorso di salute non lontano da quelle che sono le raccomandazioni dei nutrizionisti di non esagerare con il cibo e di fare attività fisica. Coltivare un moderato stile di vita, aiuta a sentirsi meglio e vivere in armonia.
La cucina buddista
Il buddismo è diffuso oggi in tutto il mondo ma esistono scuole diverse che variano sul percorso e le pratiche da seguire per raggiungere la liberazione dalla sofferenza.
Le variazioni riguardano anche la cucina e le abitudini alimentari dei monaci che hanno tradizioni diverse, secondo il luogo in cui si trovano (Cina, Giappone, Tibet, Thailandia, India o altro luogo).
I monaci vivono in comunità e, indipendentemente dalla scuola e dal paese di appartenenza, sono tenuti a rispettare centinaia di regole e 10 precetti.
Tra precetti e regole, quelli che influenzano il comportamento alimentare sono i seguenti:
1. non uccidere animali o pesci e, quindi, non mangiarli
2. non bere bevande alcoliche o bevande che influiscano sullo stato mentale come caffè e altre bevande eccitanti
3. non mangiare dopo mezzogiorno
4. non mangiare, una volta terminato il pasto
5. non conservare cibo per dopo pranzo
I monaci buddisti non uccidono per mangiare e, quindi, non cacciano, non pescano e non mangiano la carne o il pesce se l’animale è stato ucciso apposta per loro. I monaci non bevono alcolici e neanche caffè, redbull, e cocacola; non esagerano con le porzioni di cibo e non mangiano dopo una certa ora. In alcuni monasteri i monaci non cucinano neanche ma si alimentano esclusivamente con il cibo ricavato dalle elemosine, mentre in altri vi è un monaco, il tenzo, responsabile dei pasti della comunità. Compito del terzo è offrire pasti che armonizzino sei sapori e abbiano tre qualità. I sei sapori sono: amaro, acido, dolce, salato, insipido e piccante e le tre qualità sono: leggero e flessibile; pulito e armonioso; coscienzioso e accurato. Alla base della cucina buddista, quindi, oltre il riso, cibo semplice e comune offerto spesso in elemosina ai monaci, più che ingredienti troviamo regole di moderazione e pasti che, dovendo presentare tutti i sapori fondamentali devono essere composti da alimenti diversi, preparati e presentati nel rispetto delle condizioni igieniche e con cura: pasti sicuri, non monotoni ed equilibrati, in perfetta sintonia con le regole di una buona alimentazione.
Il programma alimentare
Conciliare le abitudini alimentari del buddismo con i ritmi di vita e gli alimenti della nostra tradizione, è possibile con un programma alimentare che concili l’etica e le abitudini orientali buddiste con la visione e le ricette del mediterraneo.
Prima Fase
Trovare la via di mezzo
e sviluppare la consapevolezza
* Prepararsi al cambiamento
Bisogna prepararsi a uno stile di vita e un’alimentazione che favorisca il lavoro della mente e modifichi i pensieri e il comportamento, eliminando i malsani e indesiderabili stati d’animo.
È necessario anche accettare il fatto che il cambiamento avverrà un po’ alla volta e ci saranno dei momenti in cui vecchie e nuove abitudini coesisteranno oppure potrebbe succedere che non riusciremo a liberarci di alcuni nostri atteggiamenti, anche sbagliati.
Accettare la contraddizione dei nostri atteggiamenti è fondamentale ed è fondamentale tollerarla e superarla senza tentare di risolverla. Nella sua stessa essenza la vita è contraddizione, e la flessibilità di tollerare e assimilare la contraddizione senza esserne battuti né tentare di risolverla è la nostra forza.
* Accettare la contraddizione
Per iniziare, è importante, dunque, modificare le cattive abitudini e lo stile di vita in modo graduale, senza stravolgerle completamente.
Quando arriva il momento di decidere di cambiare lo stile di vita, basta fare piccoli passi per volta. Non è questione di tutto o niente, anche un piccolo cambiamento delle abitudini di vita, può portare grandi risultati. Bisogna imparare ad essere indulgenti con se stessi altrimenti la frustrazione di non raggiungere il risultato prefissato, potrebbe prendere il sopravvento e vanificare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento.
Seconda Fase
Cambiare l’alimentazione
per cambiare lo spirito
Sono 5 i precetti o le regole buddiste che riguardano il comportamento alimentare e ci sono sembrate utili da seguire, analizziamoli uno alla volta.
1. non uccidere animali o pesci e, quindi, non mangiarli
Rinunciate a carne, salumi, pesce, e sostituiteli nella vostra alimentazione con altri alimenti proteici come i latticini, le uova (ne potete mangiare fino a 4 alla settimana), legumi e frutta secca, rispettando le porzioni indicative della tabella, ma non diventate maniacali. Se non avete causato la morte o la sofferenza dell’animale potete mangiarlo, quindi se non avete acquistato voi personalmente o avete ordinato l’acquisto di carne e pesce potete mangiarne. Godevi pure, ogni tanto, un pranzo con parenti e amici, senza tormentare la padrona di casa con richieste di dettagliata descrizione della ricetta di ogni piatto.
2. non bere bevande alcoliche o bevande che influiscano sullo stato mentale come caffè e altre bevande eccitanti
L’alcol non è una sostanza indispensabile per il corpo umano, e, se assunto smodatamente, può danneggiare l’organismo. L’alcol induce dipendenza e i buddisti lo escludono categoricamente dalla loro dieta, insieme al caffè e alle altre sostanze eccitanti. Il caffè contiene caffeina e fa parte degli alimenti nervini, che influenzano il sistema nervoso, anche il tè contiene caffeina ma il suo effetto sul sistema nervoso non è lo stesso. Provate a sostituire il caffè con il tè e vi accorgerete della differenza.
3. non mangiare dopo mezzogiorno
Anticamente i monaci buddisti dovevano astenersi dal mangiare dopo mezzogiorno. I monaci si alzavano al mattino prestissimo e andavano a dormire la sera molto presto e così avevano tempo di fare 2 pasti: colazione e pranzo.
Adattando questa regola ai nostri giorni e al nostro stile di vita che ci porta a svegliarci più tardi e andare a dormire più tardi ancora, potremmo consigliare di fare 3 pasti e non mangiare dopo le 19.
Una delle abitudini alimentari sbagliate è quella di cenare e andare a dormire subito o poco dopo.
Per perdere peso, bisogna spendere più energia di quanta se ne consumi e andare a dormire fa spendere il minimo dell’energia.
Applicando la regola n. 3, riuscirete a far trascorrere un giusto periodo di tempo tra la cena e il sonno notturno: utilizzerete meglio l’energia e al mattino vi sveglierete affamati, pronti per fare colazione.
4. non mangiare, una volta terminato il pasto
Continuare a cercare cibo anche una volta che si è finito di mangiare, è una pessima abitudine.
Bisogna mangiare lentamente e, una volta finito il pasto, lavarsi i denti e non consumare più alimenti fino al pasto successivo. Avere delle regole e rispettare gli orari dei pasti, aiuta a riconquistare i giusti ritmi del corpo e della mente.
5. non conservare cibo per dopo pranzo
Rimanere seduti a tavola anche dopo aver finito, porta a continuare a mangiare più di quanto non si abbia bisogno. Dopo aver mangiato, sparecchiate subito e riponete tutti gli avanzi per non avere la tentazione di mangiarli più tardi.
Terza fase
Scegliere alimenti diversi
Un programma alimentare deve essere adatto alle esigenze di ognuno, vario e che permetta di sentirsi bene nel corpo e nello spirito.
Non basta limitare o eliminare dalla dieta la carne e i salumi per mangiare sano. Molti prodotti alimentari senza ingredienti animali contengono comunque additivi e non tutti i grassi vegetali sono salutari come l’olio di oliva extravergine. Tra i grassi vegetali ci sono anche l’olio di palma e cocco, ricchi di grassi saturi e ci sono anche i grassi trans, colpevoli, come i saturi di aumentare il rischio cardiovascolare.
I monaci buddisti mangiano alimenti naturali, non prodotti dell’industria pieni di additivi, impariamo a farlo anche noi e/o impariamo a leggere le etichette.
Cristina Grande
Per curiosità e altre informazioni
informazioni si consiglia di consultare:
«La dieta del monaco buddista»
di Cristina Grande e Federico Vignati
Ed. Giunti